Dorothea Lange
(Dorothea Lange 26 maggio 1895 - 11 ottobre 1965) |
Il presidente americano Rooselvet, per arginare la grave crisi economica del 1929, incarica la Farm Security Administration, di indagare, anche con il mezzo fotografico, la situazione degli agricoltori americani ridotti sul lastrico a causa della caduta della domanda.
Dorothea Lange nasce nel 1895 a Hoboken. All'età di 7 anni si ammala di poliomielite causandole un problema di articolazione alla gamba destra. Questo "limite" non la fermò nei suoi studi e nel suo percorso verso il mondo della fotografia.
Per quanto il suo sguardo fotografico fosse diretto e schietto, le sue immagini non furono mai pietose, anzi, lasciavano intravedere la dignità dei soggetti.
Una delle sue foto è tra le più famose del Novecento: si intitola Migrant Mother e fa parte di una serie di ritratti a Florence Owens Thompson e ai suoi figli che Lange scattò tra febbraio e marzo nel 1936 a Nipomo, in California.
Questa fotografia, è l’immagine iconica identificativa della Grande Depressione: ci mostra una donna che incarna la sofferenza di un’intera nazione, dal viso profondamente segnato, ma anche una madre che è ancora in grado di proteggere i suoi figli, nonostante tutto.
Sul San Francisco News del 10 marzo viene pubblicato questo famoso scatto accompagnato da un articolo dal titol: Cenciosi, affamati, falliti: i raccoglitori vivono nello squallore.
Il giorno successivo sullo stesso quotidiano compare un altro articolo con il ritratto ravvicinato della donna, dal titolo: Cosa significa New Deal per questa madre e i suoi bambini?
Nei giorni successivi al campo arrivano importanti generi alimentari e vestiti, dottori e medicinali: la Migrant Mother aveva scosso le coscienze della collettività.
Quel volto sofferente ma dignitoso negli anni successivi diventa familiare a tanti americani: dapprima compare sui pannelli illustrativi della FSA, in quotidiani e riviste, successivamente viene riprodotto nei libri di scuola e diventa persino un francobollo.
Migrant Mother |
"While there is perhaps a province in which the photograph can tell us nothing more than what we see with our own eyes, there is another in which it proves to us how little our eyes permit us to see."
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