August Sander

(August Sander 17 novembre 1876 -20 aprile 1964)


August Sander, fotografo tedesco tra i più noti del Novecento, deve la sua notorietà ad un voluminoso lavoro dal titolo "Uomini del XX secolo", una raccolta di  ritratti di persone di differenti estrazione sociale, spesso fotografati mentre lavorano.
L’opera è una sorta di  catalogo di diversi gruppi sociali, dai contadini agli operai, dagli artisti ai politici, tutti testimoni e archetipi della loro epoca. Questo lavoro viene portato avanti fino alla fine degli anni venti, gli anni della Repubblica di Weimar in cui la Germania offre una grande vivacità culturale grazie alle avanguardie (il Gruppo degli artisti progressisti è molto vicino a Sander)

Sander nasce nel 1876 a Herdorf, un quartiere industriale circondato da miniere dove lavora assieme al padre. Le miniere richiamano lavoratori da tutta la Germania e dal resto dell’Europa, creando un ambiente multiculturale che influenza  il giovane Sander nel suo interesse per lo studio dei tipi umani.







L' opera "Uomini del XX secolo" ha l'aspetto di un catalogo ordinato di ritratti divisi in sette capitoli: i Contadini, i Commercianti, le Donne, Classi e Professioni,gli Artisti, le Città e gli Ultimi.
Con la sua lunga indagine August Sander dimostra quanto e come sia vario il popolo tedesco, composto da una eterogeneità che non può essere accettata dal regime nazista, dimostra quindi che non può essere accettata la superiorità della razza ariana.
 Nel 1936 il libro sarà sequestrato, molte delle lastre originali distrutte. Nel 1942 Sander si trasferisce in campagna con quanto resta del suo archivio, il suo studio crollerà sotto i bombardamenti su Colonia del 1944.

Alla sua uscita, nel 1929, l’impatto del volume di August Sander sul mondo culturale europeo fu dirompente. Thomas Mann lo definì «la rivelazione di un tesoro per gli amanti della fisiognomia e un’eccezionale opportunità per lo studio dei tipi umani caratterizzati dalla professione e dalla classe sociale». E Walter Benjamin scrisse: «L’opera di August Sander è più di un’immensa raccolta di fotografie: è un atlante dell’essere umano, su cui esercitarsi».

La sua riflessione sul mondo che lo circonda e sulle meccaniche sociali lo porta a teorizzare che un individuo è inseparabile dalla sua classe sociale, egli è il frutto dalla sua professione, e del contesto culturale in cui era cresciuto. Dal particolare all’universale, Sander cerca di immortalare sulla pellicola non il singolo ma la classe sociale a cui appartiene nella sua essenza.

In una lettera del 1946, Sander scrive:

L’opera, che è più una rappresentazione che una critica, fornirà un’idea della nostra epoca e della sua gente, e più il tempo passa, il più diventerà preziosa.












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